LA NOSTRA SCUOLA  COMPIE 150 ANNI

 NATA NEL 1865 E’ STATO IL PRIMO GINNASIO MUNICIPALE DELLA PROVINCIA

Il nostro Liceo Classico, quest’anno compie 150 anni di vita: un secolo e mezzo di attività, tra gli alti e bassi della fortuna, ma sempre fiero della sua storia ultracentenaria. E’ la fortuna delle città antiche quella di avere una propria storia, con una propria tradizione culturale ed un liceo Classico municipale: il Giulio Cesare di Roma, il Tito Livio di Napoli, il Sallustio di Sulmona, il Pitagora di Siracusa e così via. Sono le città che hanno una lunga storia da tramandare ed essere orgogliose della propria scuola e del proprio liceo classico. In un libro del 1884 di Giuseppe Lonardo, intitolato “La Risurrezione del Ginnasio a Teano” e stampato a Caserta dalla tipografia  Nobile, abbiamo la certezza documentata che la scuola secondaria teanese ha 150 anni di vita e che inizia proprio con il Ginnasio Municipale nel 1865.  Non solo: il Ginnasio di Teano è il primo ad essere fondato in provincia di Caserta, se si considera che il “Giannone” casertano fu inaugurato il 2 gennaio 1866. Per il seminario diocesano, invece, dobbiamo risalire indietro nel tempo fino  a mons. G. Paolo Maricorda che lo fondò addirittura nel 1576. Un ginnasio, quello di Teano, alla cui vita contribuiva non solo l’amministrazione municipale teanese, ma anche quelle dei paesi vicini come Vairano, Roccamonfina, Marzano, Cajanello, Carinola, Tora e piccilli, Pietramelara, Calvi Risorta e Sparanise. Non sembra vero oggi, che questi comuni mandano i propri studenti a scriversi altrove. Ma è così. Il ginnasio teanese sorgeva di fronte al seminario e al soppresso monastero di San Salvatore. “Il numero sempre crescente di giovani, che convenivano dai più lontani paesi - scrive Lonardo - e l’educazione liberale e saggia con cui erano coltivate le loro vergini menti, generò l’invidia e l’odio dei retrogradi”. Ed il mal seme della calunnia e della discordia fece il resto. Tanto che il Municipio sidicino fece guerra al suo primo direttore, il dotto sacerdote Stanislao Trabucco di Carinola, che avrebbe rinnegato l’infallibilità del papa, così che il Trabucco lasciò l’incarico e la scuola sfiorì.  Poi, nel 1884 ritornò l’occasione di riaprirlo. Il prefetto Giorgetti, in qualità di Presidente del Consiglio Scolastico Provinciale, su pressione del’on. Angelo Broccoli, il 7 agosto 1884 chiese al Consiglio Comunale di Teano se voleva riaprire il Ginnasio governativo nell’ottobre 1885. Ma il Consiglio Comunale, convocato il 14 agosto, alla presenza dell’on. Broccoli, registrò l’opposizione del dott. Gaetano Corvino che lo riteneva non necessario. Diceva: ”Deve pensarsi prima al necessario, poi all’utile e al bello: prima ai bisogni della generalità degli amministrati e poi all’utile di una parte di essi”. (Lonardo p.13). Il Corvino riteneva l’istruzione secondaria,  il ginnasio, un lusso per pochi. Poi il consiglio l’approvò “con la espressa condizione che l’apertura del ginnasio dovesse verificarsi immancabilmente nel 1 ottobre 84”. Trascorso tale termine il consiglio sarebbe stato sciolto da qualsiasi impegno. Il Corvino, in particolare, riteneva non opportuna la spesa di lire 17.176 in considerazione delle scarse risorse del paese e le numerose tasse governative, provinciali e municipali. I soldi sarebbero stati spesi meglio se impiegati per accomodare le strade o la conduttura delle acque. Ma l’avv. Salvatore Spina, presidente della Società Operaia teanese, ribattè, dimostrando che l’istruzione, non doveva considerarsi un bene di lusso, ma un bene utile e necessario a sviluppare i beni materiali ed intellettuali dell’uomo.Non doveva essere considerata un privilegio di casta ma un diritto di tutti. Del resto il Comune teanese per assicurare a Teano professori salesiani, qualche anno prima, nel 1880, aveva deliberato di stanziare 20.000 lire. E poi il Comune di Teano già aveva speso 200 mila lire per la viabilità verso le frazioni e circa 13 mila lire per impartirvi ogni anno l’istruzione primaria. Secondo il notaio Giovanni Lucianelli il bilancio comunale  aveva una disponibilità di bilancio di 48.900 lire con le quali si sarebbero potuti pagare tranquillamente gli oneri per il Ginnasio: 17.176 lire che si aggiungevano alle 14 mila lire di spese obbligatorie e alle 400 lire di spese facoltative per l’Istruzione pubblica. Anche il ricorso alla Cassa di Deposito e Prestito, per il Lucianelli, sarebbe utile e consigliabile affinché  “La stella del Ginnasio, rifulga quale “espereo astro” e fecondando le menti dei cittadini teanesi, e dei nativi dei villaggi circomvicini e dei comuni limitrofi, e delle Provincia, sbugiardi le perfide insinuazioni degli  oscurantisti” E così il Consiglio Comunale approvò l’istituzione del Regio Ginnasio: e con 26 consiglieri presenti, votanti 25, astenuto 1, e con la  maggioranza assoluta di 13 voti l’o.d.g. veniva approvato. Al suo mantenimento non mancò l’aiuto dei comuni vicini. Scrive Lonardo:”La Giunta di Pietramelara, di Tora e Piccilli, di Vairano, di Cajanello alla semplice richiesta del sussidio già ha deliberato ieri l’altro più di un migliaio e mezzo di lire. E rimangono ancora i comuni di Roccamonfina, di Marzano, di Carinola ecc. i quali concorrendo anche essi con un sussidio, al par degli altri, dimostreranno l’amore che hanno per l’istruzione e per il bene generale, di questo ne siamo più che sicuri, lusingati anche dalla speranza che nei giovani nativi dei circonvicini comuni educati al Ginnasio municipale di Teano, oggi gli addimostrano gratitudine e riconoscenza nel vederlo rinascere con più vigoria...”. Il Liceo Ginnasio sidicino, così nasce e cresce non come una casta per pochi eletti ma grazie al sostegno della Società Operaia. Continua Giuseppe Lonardo nel suo testo: “E’ da sapersi altresì che la Società Operaia di Teano, la quale non si compone affatto di molti nullatenenti, in seduta straordinaria del 18 agosto 1884 concordemente deliberava acciocché si fosse pregato l’illustrissimo Prefetto per influire sull’apertura del Ginnasio per il 1884”. Avevano capito  che “ i detrattori avevano il solo scopo di mantenere il popolo nell’ignoranza, lo scopo di chiudere al figlio dell’operaio la via che potesse un giorno elevarlo sulla propria classe  ed aprirgli un migliore avvenire...”.

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